RASSEGNA STAMPA

LA REPUBBLICA - Diaz, respinte le dimissioni di De Gennaro

Roma, 19 giugno 2010

Diaz, respinte le dimissioni di De Gennaro

Il governo gli conferma fiducia: resti al suo posto. A difenderlo anche Pd e Idv
A sostegno del capo del Dis Soro, Fiano, Li Gotti. Insorgono i Radicali e Rifondazione

ALBERTO CUSTODERO

Il Consiglio dei ministri respinge le dimissioni di Gianni De Gennaro, l´ex capo della Polizia all´epoca del G8. De Gennaro, dopo la condanna dell´altro ieri a un anno e 4 mesi per aver istigato alla falsa testimonianza l´allora questore di Genova, Francesco Colucci, aveva rimesso il mandato di direttore del Dis, l´ente che coordina il servizio segreto civile (Aisi), e quello militare (Aise), nelle mani del premier.
La decisione del governo trova - ad eccezione dei Radicali - un consenso bipartisan fra le forze parlamentari, ma suscita la protesta della sinistra radicale e delle associazioni. Il cdm «ha collegialmente confermato all´unanimità piena e completa fiducia a De Gennaro», ha «manifestato vivo apprezzamento e plauso per il lavoro finora svolto». E ha «invitato il prefetto a proseguire con lo stesso spirito e con lo stesso impegno nel suo incarico al vertice dei Servizi di Informazione e Sicurezza». Mentre il Pd (con l´ex capogruppo Antonello Soro e i senatori ed ex prefetti Serra e De Sena), e l´Idv (con il senatore Li Gotti), esprimono in coro, seppur con vari distinguo, solidarietà all´ex capo della Polizia, insorgono i Radicali. «I principali posti di comando delle forze di sicurezza italiane - denuncia il segretario radicale Mario Staderini - sono diretti da persone condannate in secondo grado per i fatti del G8. Oltre a De Gennaro, Gratteri, ex direttore dello Servizio centrale operativo, ora a capo dell´Anticrimine. Calderozzi, ex funzionario dello Sco, servizio che ora dirige. Luperi, allora vice dell´Antiterrorismo, oggi all´Aisi. Sarebbe folle lasciare che anche solo una parte degli italiani possa nutrire dubbi sulla serenità di chi svolge i massimi incarichi per la sicurezza del Paese».
I Democratici preferiscono attendere il terzo grado della giustizia. «De Gennaro è un funzionario unanimemente apprezzato - commenta il responsabile sicurezza del Pd, Emanuele Fiano - noi siamo garantisti sempre e con chiunque. È chiaro, però, che se la sentenza sarà confermata dalla Cassazione, De Gennaro dovrà dimettersi. Visto che lo ha già fatto oggi, non ci sarà bisogno che nessuno glielo chieda». L´Idv, dice il senatore Felice Belisario, «è senza preconcetti nel rispetto delle sentenze della magistratura che si commentano solo quando passano in giudicato». Ma è opportuno, si chiedono in molti, che un funzionario condannato in Appello, pur «apprezzato» come De Gennaro, rappresenti l´immagine anche all´estero della intelligence italiana? Nel Copasir, il comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, destra e sinistra esprimono solidarietà al direttore del Dis. Per il finiano del Pdl Carmelo Briguglio, «in attesa della Cassazione, respingere le dimissioni è stato un atto opportuno del governo in ragione delle qualità professionali e umane della persona». Per il democratico Ettore Rosato, «le vicende legate a Genova amareggiano. Ma De Gennaro sta facendo bene il suo lavoro».
Critici sinistra radicale e associazioni. Per Paolo Ferrero, segretario del Prc-Se, «le dimissioni di De Gennaro sono il gioco delle parti. Il garantismo sul piano giudiziario non va confuso con il riconoscimento delle responsabilità politiche e istituzionali». Se i Comitati del G8 chiedono la sospensione di tutti i funzionari di polizia condannati, non si «stupisce» Vittorio Agnoletto, ex portavoce del Genoal Social Forum: «Ma perché meravigliarsi che il governo abbia confermato fiducia a De Gennaro? È lo stesso governo del 2001. Sono loro i mandanti politici delle violenze poliziesche a Genova. Ed infatti hanno invitato De Gennaro a proseguire ‘con lo stesso spirito e con lo stesso impegno´. Parole che si commentano da sole».